Milton Glaser. Colore al potere!
Mauro Colombo
Ci ha appena lasciato un gigante dell’illustrazione e della grafica.
Le opere inconfondibili di Milton Glaser hanno accompagnato i sogni e gli ideali delle giovani generazioni vissute a cavallo dei ’60 e ’70, trasformando lo slogan di Marcuse “ L’immaginazione al potere” nella sua più autentica cifra stilistica.
Il Poster Psichedelico di Bob Dylan di Milton Glaser,
“….il profilo di un uomo traccia i confini della mappa della sua vita.” Così rispondeva Milton Glaser al giornalista che gli chiedeva perché rappresentasse così spesso persone, animali o oggetti di profilo.
Una delle immagini più famose del grafico di New York, spentosi recentemente a 91 anni, è infatti il poster che ritrae Bob Dylan. Una silhouette nera per il volto. Un’incredibile, psichedelica esplosione di colori al posto dei capelli, che erano la rappresentazione delle nuove rivoluzionarie idee protagoniste della fine degli anni 60’. Proprio in quel gioco di linee vorticose che rappresentano i capelli si è voluta identificare la scritta “Elvis”, come se volesse introdurre un meta-significato dell’opera…
Alle richieste di chiarimenti Milton Glaser rispondeva che: “…non era intenzionale, io stesso me ne sono accorto 15 anni dopo quando ho letto su una rivista questa divertente scoperta visiva.” E ancora: “Forse significa qualcosa, forse no, tutte le cose ci colpiscono sotto la superficie, nell’inconscio. Spesso non sai neanche cosa stai facendo e perché lo stai facendo.»
Negli anni seguenti Glaser rivelò che per la realizzazione del poster fu ispirato da un autoritratto di Marcel Duchamp che vide quando era ancora un ragazzo:
“Alle scuole superiori vidi questo autoritratto di Duchamp, una semplice silhouette stagliata su fondo giallo che mi colpì molto. Il suo potere figurativo era eccezionale. Non aveva dettagli, semplicemente il profilo di Duchamp, come ritagliato da un pezzo di carta.
Ho sempre voluto sapere come potesse qualcosa di così elementare, di così semplice, ad impressionarmi così tanto. In un certo modo, quella domanda si è estesa a tutta la mia vita. Perché le persone preferiscono una cosa piuttosto che un’altra, o hanno emozioni così forti rispetto ad un’altra immagine o a una canzone?”
Anche il Baby Teeth, il font appositamente creato da Glaser per l’occasione, divenne assolutamente iconico e fu uno dei più usati – e imitati – della decade successiva.
Il poster era allegato al “Greatest Hits” di Bob Dylan uscito nel 1967, e diventò una delle opere più famose di questo personaggio poliedrico. Negli anni seguenti fu venduto in oltre 6 milioni di copie, e ancora oggi molti collezionisti sono disposti a pagare migliaia di dollari per la versione originale inclusa nel disco.
Il disegno? E’ dentro di me.
Fin da bambino Glaser era pervaso da un bisogno quasi compulsivo di disegnare.
Ogni momento era buono per sedersi e disegnare la realtà che lo circondava, filtrandola attraverso le sue doti interpretative. Frequentò la Cooper Union, una delle più selettive scuole d’arte degli stati Uniti.
Nel 1951, grazie a una borsa di studio, si trasferì in italia, e studiò all’Accademia delle belle arti di Bologna, dove ebbe come docente anche Giorgio Morandi.
In Italia scoprì la sua passione per l’arte rinascimentale, in particolare per la complessa pittura di Piero della Francesca, al quale negli anni successivi dedicò una serie di opere.
Il suo legame con il nostro paese non si è mai interrotto, ed è tornato spesso per tenere mostre e ricevere riconoscimenti.
Al suo ritorno in America fondò il Push Pin Studios, con cui collaborarono alcuni tra i maggiori graphic designer e illustratori dell’epoca, tra i quali il bravissimo illustratore John Alcorn, che fu fortemente influenzato dallo stile di Glaser.
In questo periodo collaborò con grandissime aziende, americane e internazionali progettando logotipi e poster per campagne pubblicitarie. Famosissima l’enigmatica immagine realizzata per la Valentine Olivetti, che sembra gli sia stato ispirata da un passo di un libro di Thomas Mann.
In quegli anni le sue opere furono esposte nei maggiori musei del mondo, e la Biennale di Venezia dedicò alle opere realizzate dal suo studio una mostra.
I ♥ NY. Il logo più imitato al mondo, probabilmente.
Negli anni successivi fondò la Milton Glaser Inc., Nel 1976 realizzò l’immagine che lo ha reso famoso nel mondo. La città di new York, al culmine di una crisi sociale, politica ed economica, commissionò a Glaser un logo che rilanciasse l’immagine della città, che risvegliasse nei cittadini, nei turisti e negli investitori l’orgoglio di essere “newyorkers”, di sentirsi parte di una comunità unica al mondo.
La scritta realizzata in American Typewriter, un cuore rosso al posto della parola LOVE… questa semplice ma geniale intuizione rese questo logo uno dei più riconosciuti, imitati, e modificati al mondo.
Come disse Milton Glaser in un’intervista del 2017: «Fin dal Big Bang, siamo fatti della stessa materia. Tutti siamo connessi con tutto, ma qualche volta interviene un elemento che crea una connessione più profonda. I ♥ NY è stato introdotto nel 1976: oggi non puoi fare una passeggiata in città senza incrociarlo almeno cinque o sei volte.
In parte, pensi che duri proprio perché non è semplicemente uno strumento di marketing, anche se originariamente fu creato per una campagna di promozione del turismo.
È diventato, con il tempo, un’espressione di come le persone percepivano New York nella fine degli anni 70. Tutti volevamo far sapere al mondo che amavamo questa città. Era emozione, era vero.”
Pochi giorni dopo l’attentato dell’11 settembre, Glaser realizzò una nuova versione del logo, che recitava “I ♥ NY more than ever”, in cui il cuore rosso era leggermente bruciato…ma solo, come amava ripetere, “solo in una piccola parte”.
Milton Glaser, le influenze
L’opera di Milton Glaser ha influenzato enormemente l’immaginario collettivo che ognuno di noi ha degli anni 60’ e 70’. Ha avuto un impatto enorme sull’illustrazione contemporanea e sul design, alla stregua di altri altri grandi Personaggi come, ad esempio, Saul Bass.
Terry Gillian, il geniale membro dei Monty Python ha più volte dichiarato che: “…le animazioni che aprivano i nostri film e gli show televisivi erano apertamente ispirate a un mix di grafica steampunk in pura salsa Milton Glaser”
Moda, editoria, cinema, televisione, pubblicità hanno costruito molte delle loro fortune sulle suggestioni e le atmosfere ricreate dalle sue opere, dalla sua arte. “ Tutta la mia vita è stata rivolta a questa cosa chiamata Arte, che in fondo è creare delle cose. È l’atto fisico del trasformare della materia in qualcos’altro. Per molte persone, è la grande gioia della loro vita, quest’idea che puoi sederti e tirare fuori qualcosa dal nulla.”